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novembre 3, 2020
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Un’operazione contro l’epilessia ha lasciato Henry Molaison senza memoria
È il 1986 e Henry Molaison sta per compiere 60 anni. Si trova seduto presso l’ufficio della clinica centrale di ricerca dell’Istituto Tecnologico del Massachusetts. Gli stanno facendo un’intervista. Le domande restano appese all’aria, Henry non è in grado di rispondere al mondo che lo circonda. La ragione? I suoi ricordi si sono congelati nel 1953, quando aveva 27 anni.
Henry è nato nel 1926 e per tutta la vita ha subito un’epilessia intrattabile. La stessa lo faceva soffrire di crisi parziali e convulsioni inarrestabili durante tutta la sua gioventù. Nel 1953 Henry, trattato dal neurochirurgo William Beecher Scoville, è stato intervenuto in quello che in quel momento era un’operazione sperimenta l. L’ operazione si è concentrata sulla rimozione dei lobi che generavano l’epilessia.
L’ intervento chirurgico ha avuto il risultato desiderato: gli attacchi epilettici sono scomparsi, tuttavia, quell’intervento, realizzato su entrambi i lati del cervello, ha distrutto la maggior parte delle sue strutture, incluso il suo ippocampo (incaricato della memoria episodica e dei fatti) e la sua amigdala cerebrale (responsabile dell’elaborazione e dello stoccaggio di reazioni emotive). Queste conseguenze hanno creato profonde amnesie, incapace di ricordare per più di 30 secondi.
La sua amnesia, devastante per Henry, è diventata il mirino di centinaia di scienziati e specialisti e uno dei temi di ricerca più importanti della storia, rivoluzionando completamente tutte le conoscenze su come funziona la memoria.
Henry non era in grado di incorporare nuove informazioni nella sua memoria a lungo termine, non riusciva a ricordare gli eventi dei due anni precedenti l’intervento chirurgico e nemmeno quelli di undici anni fa. Era in grado di acquisire nuove abilità motorie ma poi dimenticava di averle imparate.
Henry aveva sempre un bel sorriso sul suo viso. Impressionava davvero gli scienziati perché non sembrava avere problemi al cervello. Tuttavia, tutti gli eventi della vita di questo amante dei cruciverba sono caduti in un abisso e sono completamente scomparsi. Così, in 15 minuti poteva raccontare 5 volte la stessa storia, tutte le strade gli sembravano nuove e guardavo lo stesso film tutto il giorno senza ricordare assolutamente nulla del copione.
Henry Molaison, sempre nominato tra scienziati come H.M. per preservare la loro intimità, è morto a causa di una malattia polmonare. Prima di morire ha fatto il regalo più grande alla scienza: ha donato il suo cervello. Il progetto, guidato da Jacopo Annese, direttore dell’Osservatorio cerebrale dell’Università di San Diego, ha fornito un’osservazione microscopica completa su tutto il cervello.
Nel 2009, la dissezione dell’organo di Henry è stata trasmessa in diretta e in essa sono state ottenute 2401 sezioni del suo cervello, trovando due parti completamente danneggiate e altre 16 potenzialmente problematiche.
Nel 2014 è stata realizzata una mappa tridimensionale del cervello di Henry, che è a disposizione di tutti gli scienziati del mondo interessati a studiare il suo caso. Il contributo alla neuroscienza e alla neuropsicologia cognitiva è enorme, il contribuito alle conoscenze sull’amnesia, sull’apprendimento delle abilità motorie, sulla memoria spazia e sul consolidamento dei ricordi.
Non importa quante volte gli scienziati ricorderanno a Henry Molaison quanto fosse famoso, lui lo dimenticava sempre. Ancora oggi, il suo nome è un segreto abbastanza ben custodito per il mondo esterno.